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febbraio 2023
3' di lettura
maurizio zanella & Ca' del bosco
arte e perfezione del vino
INTRO/ Ca' del Bosco è un luogo dove arte e perfezione del vino si uniscono e si fondono con la scultura e l’armonia del paesaggio.
Uno spazio aperto che offre e presenta al mondo gli incanti della natura, sapientemente lavorata e trasformata dall’uomo in capolavori di armonie gustative e olfattive, unita alla profondità dell’arte. Ca’ del Bosco esprime e rappresenta una diversa idea di civilizzazione del vino, creando una relazione privilegiata tra le qualità delle sue strutture, territori, uomini e arte.
La preferenza di Maurizio Zanella nei confronti della scultura è favorita dal luogo che bene si adatta, per il meraviglioso paesaggio, alla collocazione di opere d’arte.
Ma soprattutto nasce dalla similitudine tra il vino, prodotto tridimensionale che coinvolge la vista, l’olfatto e la bocca, e la scultura, che stimola l’occhio e coinvolge i sensi. L’immagine che ne emerge è forte, duratura, di qualità culturale ed economica legata all’ambizione dell’uomo e alla sua perseveranza.
opera 01/
Cancello solare
Realizzato nel 1987 da Arnaldo Pomodoro, considerato il più grande scultore contemporaneo italiano.
Si tratta di una struttura circolare di 5 metri di diametro che si apre in due semicerchi di 25 quintali ciascuno.
L’opera, posizionata all’ingresso di Ca’ del Bosco, è stata commissionata da Maurizio Zanella che ha incaricato
Arnaldo Pomodoro di realizzare un cancello che rappresentasse un ingresso emblematico verso le vigne e l’intera proprietà.
Il cancello circolare, con punte rivolte verso l’alto simili a frecce, rappresenta e introduce alla consacrazione del rapporto tra vino e arte: un grande sole perché, come afferma lo stesso Zanella: “Il vero nutrimento dell’uva è il sole che, con i suoi raggi, riscalda e illumina i dolci colli di Ca’ del Bosco”.
Si tratta di una struttura circolare di 5 metri di diametro che si apre in due semicerchi di 25 quintali ciascuno.
L’opera, posizionata all’ingresso di Ca’ del Bosco, è stata commissionata da Maurizio Zanella che ha incaricato
Arnaldo Pomodoro di realizzare un cancello che rappresentasse un ingresso emblematico verso le vigne e l’intera proprietà.
Il cancello circolare, con punte rivolte verso l’alto simili a frecce, rappresenta e introduce alla consacrazione del rapporto tra vino e arte: un grande sole perché, come afferma lo stesso Zanella: “Il vero nutrimento dell’uva è il sole che, con i suoi raggi, riscalda e illumina i dolci colli di Ca’ del Bosco”.
opera 02/
codice genetico
Realizzato nel 1999 da Rabarama, pseudonimo di Paola Epifani.
La scultura sembra trovarsi in una condizione di stasi o di un lento risveglio da un assopimento non solo del corpo ma anche della coscienza.
Il viso esprime delicatezza, una fragilità d’anima che si esprime ancor più grazie ad una “pelle” del tutto particolare, costituita da frammenti di puzzle colorato. Un’epidermide a scaglie in cui sono nascosti codici e linguaggi. Sono schermo e protezione, un tracciato da leggere o una mappa da decifrare. Sembrano fare da filtro e confine tra il dentro e il fuori, pur delineando la nudità.
La scultura sembra trovarsi in una condizione di stasi o di un lento risveglio da un assopimento non solo del corpo ma anche della coscienza.
Il viso esprime delicatezza, una fragilità d’anima che si esprime ancor più grazie ad una “pelle” del tutto particolare, costituita da frammenti di puzzle colorato. Un’epidermide a scaglie in cui sono nascosti codici e linguaggi. Sono schermo e protezione, un tracciato da leggere o una mappa da decifrare. Sembrano fare da filtro e confine tra il dentro e il fuori, pur delineando la nudità.
opera 03/
eroi di luce
Opera realizzata nel 1991 da Igor Mitoraj è una scultura in marmo bianco di Carrara raffigurante una testa recisa con l’inserto di una testa velata.
Qui vi è la visione sincera e crudele dell’artista: “Non penso allo spettatore – dice Mitoraj – mi esprimo attraverso dei frammenti perché la parte invisibile è molto più importante”.
La statua rimane un frammento luminoso, isolato rispetto alla struttura della cantina. Le fa da cornice il cielo che a volte sembra accendere il colore bianco del marmo.
Qui vi è la visione sincera e crudele dell’artista: “Non penso allo spettatore – dice Mitoraj – mi esprimo attraverso dei frammenti perché la parte invisibile è molto più importante”.
La statua rimane un frammento luminoso, isolato rispetto alla struttura della cantina. Le fa da cornice il cielo che a volte sembra accendere il colore bianco del marmo.
opera 04/
il peso del tempo sospeso
Realizzato nel 2003 da Stefano Bombardieri.
Colpisce e lascia confusi la collocazione dell’opera all’entrata dell’area vinificazione della cantina: un rinoceronte a grandezza naturale sospeso al soffitto in un fiero gioco iperrealista.
L’animale è simbolo di vitalità ed energia e qui si trova imbrigliato, quasi a farci riflettere sul senso della natura morta, ma che alla fine desta sorpresa e lascia un’immagine intensa e violenta.
Colpisce e lascia confusi la collocazione dell’opera all’entrata dell’area vinificazione della cantina: un rinoceronte a grandezza naturale sospeso al soffitto in un fiero gioco iperrealista.
L’animale è simbolo di vitalità ed energia e qui si trova imbrigliato, quasi a farci riflettere sul senso della natura morta, ma che alla fine desta sorpresa e lascia un’immagine intensa e violenta.
opera 05/
water in dripping
Realizzato nel 2016 da Zheng Lu, ripropone il legame intrinseco tra scultura e i testi letterari che ne hanno ispirato la realizzazione.
L’artista sceglie un componimento di un famoso poeta del periodo Tang, Pai Chu-I (noto anche come Bai Juyi) che funge da elemento testuale di fondo per l’opera.
Attraverso l’esplorazione del movimento naturale dell’acqua, il poema, incorporato nelle forme scultoree, narra di un viaggio simbolico natura-mobilità. Torreggiante e aggraziata, e nondimeno attraente, l’installazione è degna di nota anche per l’illuminazione soffusa, con improvvisi bagliori che enfatizzano i contorni dell’intero manufatto.
L’artista sceglie un componimento di un famoso poeta del periodo Tang, Pai Chu-I (noto anche come Bai Juyi) che funge da elemento testuale di fondo per l’opera.
Attraverso l’esplorazione del movimento naturale dell’acqua, il poema, incorporato nelle forme scultoree, narra di un viaggio simbolico natura-mobilità. Torreggiante e aggraziata, e nondimeno attraente, l’installazione è degna di nota anche per l’illuminazione soffusa, con improvvisi bagliori che enfatizzano i contorni dell’intero manufatto.
ca' del bosco e la fotografia
Al viaggio nel mondo dell’arte si aggiunge il percorso fotografico, una breve mostra che si snoda negli spazi della cantina.
11 fotografie di fotografi di fama internazionale che ritraggono Ca’ del Bosco, il vino, le persone che vi lavorano.
Una raccolta di immagini racchiuse in un libro edito da Skirà nel 2004: “11 fotografi e 1 vino”.
11 fotografie di fotografi di fama internazionale che ritraggono Ca’ del Bosco, il vino, le persone che vi lavorano.
Una raccolta di immagini racchiuse in un libro edito da Skirà nel 2004: “11 fotografi e 1 vino”.
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